IL BEATO TONIOLO
Il 29 aprile 2012 Giuseppe Toniolo è stato proclamato beato: un giorno di grande gioia per noi dell'Azione Cattolica che aspettavamo sin dal 1933, quando la FUCI inviò la lettera postulatoria all'arcivescovo di Pisa. Successivamente tutta l'AC e l'Università Cattolica del S. Cuore si unirono all'iniziativa che è giunta ora a compimento.
Toniolo fu un personaggio chiave del movimento cattolico italiano. Grazie all'impegno politico e sociale ed all'opera di studioso di grande cultura- sempre in armonia con il Vangelo e con la Chiesa- è oggi presentato come modello di santità laicale.
Gli inizi
Nacque a Treviso il 7 Marzo 1845 e crebbe in un ambiente religioso e patriottico. Anche se soggetto all'Austria, il Veneto nutriva un forte sentimento per la causa Italiana e la famiglia Toniolo non faceva eccezione. Giuseppe non dimenticò mai il piccolo tricolore che sventolava a soli tre anni, alla notizia della vittorie della prima guerra di indipendenza ( che poi vinta non fu)
Il padre Antonio era funzionario asburgico, ma si considerava prima di tutto italiano.
La formazione del Toniolo fu quindi tutta tra famiglia, Religione, Patria. Ed è dalla religione che proviene quell'amore operoso per i poveri che ne pervade l'attività di studioso, con l'attenta partecipazione ai problemi delle classi più disagiate.
Gli studi
Toniolo studiò dapprima a Venezia per poi approdare all'Università di Padova (1863) dove trovò un clima sfavorevole per chi fosse pervaso da sentimenti religiosi. Non ne tenne conto e si laureò brillantemente 'utroque iure' ,in diritto civile e canonico nel 1867: già l'anno dopo cominciò ad insegnare dove era stato studente.
Il 29 giugno 1867 era nata la Società della Gioventù Cattolica Italiana, primo nucleo dell'Azione Cattolica Italiana e, dopo la presa di Roma del 1870, nel settembre 1875, fu fondata l'Opera dei Congressi e dei Comitati cattolici, il cui primo Presidente fu Giovanni Acquaderni, fondatore con il viterbese Mario Fani dell'Azione Cattolica.
Da libero docente (1873) sostenne che l'elemento etico è fattore intrinseco delle leggi economiche; non è possibile prescinderne non solo per esigenze morali ma perché altrimenti l' economia non riesce a servire il bene integrale - non solo materiale - dell'uomo. Dentro questa prospettiva c'è una visione cristiana dell'uomo, nella sua unità interiore tra varie dimensioni, nel suo rapporto vitale con la società ed anche la consapevolezza che la legittima autonomia delle discipline non deve andare a
discapito dell'unità del sapere. Precedentemente (1871-72) avevano visto la luce sue opere sulle banche popolari, sul metodo induttivo nei fatti fisici e sociali, sulla mercede. Toniolo afferma essere necessario il rapporto tra etica ed economia e condivide i principi della scuola storica: non bastano gli astratti principi del liberismo, ma la teoria economica va formulata partendo dal vissuto ( market-place, diremo noi). E conclude, nella maturità, che per un'economia sana il solo humus possibile è la civiltà cristiana. Del 1878 è "La distribuzione della ricchezza" .
Nello stesso anno sposò Maria Schiratti, dalla quale ebbe sette figli e con cui visse un'esperienza familiare ricca di tenerezza e preghiera, fondata sulla parola di Dio.
Pisa
Nel 1879 si è trasferì all'Università di Pisa, dove l'ambiente non era molto favorevole. Basti questo papiro degli studenti:
Toniolo è quella cosa
che t'insegna economia
se non sai l'Avemaria
certamente sei fregat!
Ciò malgrado, si impose per la serietà della ricerca scientifica e l'elevatezza della testimonianza cristiana; considerava i suoi alunni "sacro deposito, amici del mio cuore, da guidare sulle vie del Signore".
Negli anni '80 cominciò ad interessarsi attivamente dell'Opera dei Congressi dove Toniolo si propose di portare un respiro propositivo, intuendo che la testimonianza cristiana non può tradursi nel muro contro muro verso lo Stato e la società, ma deve essere capace di formulare risposte convincenti alle sfide del momento.
Nel conflitto tra giovani e tradizionalisti, Toniolo fece l'impossibile per tenere uniti gli animi, nel solco sempre dell'ortodossia e dell'obbedienza ai pastori. I suoi gesti, le sue iniziative di quegli anni costituiscono un patrimonio di spiritualità della comunione, sempre utile da riscoprire quando si fa fatica a conciliare il pluralismo delle idee, a rispettare le ragioni degli altri, a costruire l'unità con il contributo di tutti.
Il suo ideale era riconquistare la società a Cristo; per questo creò numerosi strumenti organizzativi e culturali: l'Unione Cattolica per gli studi sociali (1889), la Rivista internazionale di Scienze sociali (1893), la Società Cattolica Italiana per gli studi scientifici (1899), primo germe dell'Università Cattolica del sacro Cuore . Del 1893 è anche il Programma di Milano, piattaforma operativa dei cattolici di fronte al socialismo e primo embrione dell'idea cristiana della democrazia che dovette attendere il 1918 e l'opera di don Sturzo per trovare attuazione. Nel 1896 nasceva la Fuci, la federazione degli universitari cattolici, che ebbe in Toniolo un padre ed una guida accorta e sicura.
Il pensiero
Troviamo una compiuta esposizione del suo pensiero nel Trattato di economia sociale (1907).I principi sono rivisti alla luce dell'etica cristiana e tutta l'opera è pervasa dalla componente etica- ideologica.
Quando irrompe sulla scena Leone XIII, il Papa della Rerum Novarum, Toniolo non potè non entusiasmarsene. Di Leone condivideva la concezione del rapporto fede-storia, che non si poteva ridurre al clichè del papa prigioniero, nè poteva esserci civiltà al di fuori della Chiesa (Inscrutabili Dei consilio). In quegli anni Toniolo era sempre in stretto contatto con la S. Sede e ancora pochi giorni prima della pubblicazione della Rerum Novarum fu ricevuto dal S. Padre. Ed è durante quel pontificato che si ebbe il suo periodo aureo.
Per Toniolo il capitalismo moderno ha condotto all'inumano sfruttamento della classe operaia. La causa ultima è etico- ideologica e consiste nel divorzio dell'economia dall'etica cattolica.
Già nel Medio Evo, infatti, c'era l'economia capitalistica ma lo sfruttamento dei lavoratori era impedito dalla Chiesa con le tre barriere del divieto del prestito ad interesse, del monopolio e della speculazione (1) .Questo non c'è nel capitalismo moderno, il cui correttivo non è però il socialismo, cui Toniolo si oppose.
L'alternativa
Occorre invece un programma sociale alternativo, fondato sui due pilastri dell'urgenza etica del dovere cristiano (la legge del lavoro) e quella che noi chiamiamo la funzione sociale della proprietà. (2)
Quest'ultima non serve solo le classi possidenti, ma deve porsi a beneficio comune. Da cui derivano precise indicazioni: la diffusione della piccola proprietà, il riposo festivo, la limitazione delle ore lavorative, la tutela del lavoro delle donne e dei ragazzi. la partecipazione degli operai agli utili, ed un nuovo spirito: lo spirito di giustizia. Il problema sociale è opera di giustizia prima di essere di carità
I cattolici saranno sempre schierati con i deboli ed i sofferenti ma le loro opere falliranno se mantengono il carattere di patronato che scende dall'alto: vanno sempre rispettate libertà, dignità ed iniziativa della classe operaia.
Interessante la posizione del Toniolo sul credito: il capitale, di per sè, è improduttivo. Diventa produttivo solo grazie al lavoro. (3).
Si giunge così alla definizione di democrazia cristiana: un ordinamento in cui le forze sociali, giuridiche, economiche cooperano al bene comune, rifluendo nell'ultimo risultato a prevalente vantaggio delle classi inferiori. Prima della democrazia politica, deve essere consolidata la democrazia sociale. Ed occorre evitare che i lavoratori si lascino irretire dal socialismo anti-religioso di quei tempi. Parafrasando Marx: proletari di tutto il mondo, unitevi in Cristo sotto il vessillo della Chiesa.
Concetti che risuonano, amplificati, nel 1897 al Congresso Eucaristico di Venezia: Le classi sociali si riappacifichino tra loro nel nome di Cristo, la scienza si armonizzi alla fede, i popoli credenti si unifichino nella cattolicità.
Ma Toniolo stesso si rendeva conto di essersi lasciato trasportare dall'ottimismo.
L'epilogo
Con l'enciclica Il fermo proposito del 1905 Pio X designa le linee per la riattivazione del movimento cattolico: nascono l'Unione Economico-Sociale, l'Unione Elettorale e l'Unione Popolare di cui Toniolo diventa presidente, dimostrando sempre di saper conciliare intraprendenza e senso storico e riuscendo a tenere alta l'attenzione ai problemi sociali. Nel 1907 per sua iniziativa viene organizzata a Pistoia la prima Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, esperienza che dura ancora oggi.
Giunto ormai ai 64 anni, chiese ed ottenne di non rivestire più cariche ufficiali di rilievo nel cattolicesimo organizzato.
Ma non diserta: da pater familias, si dedica con forza alla resistenza cattolica contro il laicismo, che chiama il nembo devastatore, pronto ad abbattersi sull'Italia. Infatti quelli erano gli anni della massoneria imperante, con numerosi accenti laicisti ed anticlericali nella società dell'epoca.
Basti osservare, inter alia, che già nel 1902 Vittorio Emanuele III, nel discorso della Corona, aveva annunciato la legalizzazione del divorzio, poi sventata dalle forze cattoliche, che ritardarono di settanta anni gli effetti nefasti che ora sono sotto i nostri occhi. E che nel 1909 Toniolo ebbe a denunciare la scristianizzazione della nostra Nazione per mezzo della scuola laica.
Gli anni che portano alla Grande Guerra mostrano una relativa distensione tra cattolici e società civile: i cattolici entrano in parlamento con aperta professione di Patriottisno e la Questione Romana non suscita più l'accanimento contro lo Stato usurpatore.
Ciò a Toniolo non dispiace, anche se mantiene un prudente atteggiamento verso la guerra di Libia (1911) da cui la S. Sede aveva preso le distanze. Ma il suo cuore batteva per l'Italia, sin dai tempi dell'aria respirata in famiglia.
Ci fu un momento, in quegli anni (1914) in cui ebbe un atteggiamento critico nei confronti di Civiltà Cattolica, che aveva attaccato il sindacalismo. Toniolo si erge a campione dell'esperienza sindacale (purchè nei binari della confessionalità e dell'organizzazione ufficiale) e leva un accorato grido a Pio X: abbiamo perduto le classi popolari e industriali e rischiamo di perdere le classi campagnole.
Quando a Pio X subentra Benedetto XV, (1914) Toniolo va ormai verso la fine. Aderisce al messaggio di pace del Pontefice senza abbandonare il lealismo patriottico: si appella alla pace cristiana ed alla concordia delle coscienze. Preoccupato della guerra in corso, elabora uno statuto di diritto internazionale della pace che affida al Papa. Spera di creare un Istituto Cattolico di Diritto Internazionale, facente capo al Papa, e sogna di comporre una Società delle Nazioni attorno al Pontefice. Ma è solo un sogno.
L'ultimo impegno è l'Università Cattolica, per la quale ottiene la promessa di appoggio finanziario dal Conte Lombardo.
Muore il 7 ottobre 1918.
Se volessimo dare una definizione sintetica, dovremmo dire che Toniolo fu uomo di speranza; amava infatti dire che la storia segue una legge di resurrezione, che la apre sempre a nuove albe dopo tutte le notti cui può andare incontro.
Si può dire che ha inventato una santità laicale intrecciando i molteplici impegni di sposo, padre, politico, educatore con una intensa vita di preghiera e di carità, riuscendo a tenere insieme l'amore al Signore con l'amore all'uomo, la dedizione alla Chiesa con la stima per la storia, salvata ed amata da Dio.
Il 14 Giugno 1971 Paolo VI chiudeva l'esame della vita con il decreto di eroicità delle virtù, proclamandolo così venerabile. E' stato proclamato beato il 29 aprile 2012.
Note :
1) La speculazione si ha quando si compra per rivendere e si vende per ricomprare
2) vedi art 42 della Costituzione Italiana
3) Il che sembrerebbe corrispondere all'Islamic Banking che tanto sviluppo ha avuto negli ultimi decenni. Il prestito ad interesse ( RIBAH) è vietato dalla legge coranica: le banche danno e ricevono solo una quota dell'utile dell'attività economica effettuata da esse o dall'imprenditore finanziato. Sembrerebbe però che tale impostazione sia nata in seguito ad una stretta conoscenza delle banche popolari mitteleuropee. E Toniolo, come abbiamo visto, si è occupato delle banche popolari stesse.