SCHEDA N. 2: L'INCONTRO CON GESÙ
Incontrare Cristo: testimonianze
La nonna aveva raccontato la storia di Gesù al nipotino Graziano di cinque anni.
Lui aveva voluto meticolosamente informarsi : come era la croce, perché era morto, come faceva a morire e come faceva a risorgere. Sul risorgere si era informato più volte. La nonna gli aveva detto: vuol dire che è ancora vivo, è felice e sta per sempre con il Padre suo. Fu così che nonna e nipotino parteciparono un giorno alla messa. Graziano osservò, ascoltò poi disse a voce alta: " Ma loro lo sanno che è risorto?".
Secondo me ci sono due tipi di giovani di A.C. Ci sono gli "ardenti " e sono diverse migliaia. Questi sono una meraviglia, sono il vanto nostro. Giovani che non conoscono l'alba senza aver stretto al loro cuore il Tuo divin figlio .Lo portano con sé tutto il giorno, vivono alla sua presenza..Non vivono per sé, vivono per gli altri. I genitori "cristianesimo vecchio stile borghese" li rimproverano perché non pensano al loro domani, non fanno soldi, non pensano alla carriera..Poi vengono i trascinati. Non c'è malaccio ed io davanti a Te ,o Maria, dovrei scusarli. Tu li conosci. Io direi che non hanno ancora... capito bene. Sono fiacchi, distratti, poco allegri, ma tutto dipende..ecco Tu lo sai, da che cosa dipende. Devono amare di più il tuo divin Figlio, devono essere più generosi...Ed ora taccio. In silenzio resterò qui in questa chiesa dove siamo rimasti soli e continuerò a tenere la mia testa appoggiata al tuo grembo.(Carlo Carretto-autobiografia-23 Maggio 1948)
Incontrare Cristo vuol dire "vivere in Cristo e con Cristo"
Per descrivere il suo incontro con Gesù, l'apostolo Paolo usa alcune espressioni, attraverso le quali egli espone aspetti differenti della identità cristiana. La prima e più usata è: "in Cristo" (61 volte se escludiamo la Lettera agli Efesini), con un uso sia soggettivo che oggettivo.
Uso oggettivo: indica l'atto redentivo che è avvenuto in Cristo
Rom 3,21-24: [21]Ora invece, indipendentemente dalla legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla legge e dai profeti; [22]giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. E non c'è distinzione: [23]tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, [24]ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata in Cristo Gesù.
Rom 6,22-23: [22]Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione e come destino avete la vita eterna. [23]Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore.
1 Cor 1,4-5: [4]Ringrazio continuamente il mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, [5]perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della scienza.
2 Cor 5,19: [19]E' stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.
Uso soggettivo dove Paolo, esercitando la propria attività di apostolo e esortando i propri lettori ad adottare un particolare atteggiamento o un modo di agire, parla di sé stesso e dei credenti come essere "nel Cristo e nel Signore"
Rom 6,10-11: [10]Per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio. [11]Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.
Rom 12, 4-5: [4]Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, [5]così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua parte siamo membra gli uni degli altri. [
1 Cor 1,1-2: [1]Paolo, chiamato ad essere apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Sòstene, [2]alla Chiesa di Dio che è in Corinto, a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù…
2 Cor 5,17: Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove.
Un'altra espressione che Paolo usa spesso nelle Lettere è "con Cristo", con la quale egli indica l'esperienza di partecipazione alla vita e alla morte di Cristo, sua personale e dei credenti
Rom 6,4-8: [4]Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. [5]Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione. [6]Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. [7]Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato.[8]Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui
Gal 2,20-21: [20]Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me. [21]Non annullo dunque la grazia di Dio; infatti se la giustificazione viene dalla legge, Cristo è morto invano.
L' unione "mistica" con il Cristo
"Non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me": questa straordinaria espressione, che costituisce un unicum nella letteratura biblica, esprime in maniera forte e appassionata la relazione personale tra Paolo e Cristo. Un tema simile è svolto in altri passi della Bibbia, ad es. Gv 5,11-12, ma in tono più impersonale. Questa frase ci mostra chiaramente in che cosa consista l'adesione di Paolo a Cristo e, allo stesso tempo, ci indica quale deve essere la vita nella fede. L'adesione a Cristo comprendere due aspetti: morire e vivere; morire nella partecipazione alla morte, vivere nella partecipazione alla risurrezione. L'affermazione è ancora precisata: "vivo nella fede del Figlio di Dio che mi ha amato e ha dato se stesso per me". In questo troviamo il fondamento anche della nostra fede: la fede consiste nell'accogliere in noi la vita di un altro, come fa Paolo, al punto tale che la mia vita sia più di lui che non di me stesso. Questo è possibile solo con Cristo, in quanto Lui ha dato la sua vita per me, è morto per me e ha ottenuto per me con la sua morte una vita nuova che egli può comunicare. La fede consiste, d'altra parte, nel partecipare alla relazione di Cristo con Dio: infatti la fede non si ferma a Cristo ma trova in Cristo la comunione con Dio, in quanto Cristo è figlio di Dio.
La parola di Benedetto XVI
La fede, pur unendoci intimamente a Cristo, sottolinea la distinzione tra noi e Lui. Ma, secondo Paolo, la vita del cristiano ha pure una componente che noi potremmo dire "mistica", in quanto comporta un'immedesimazione di noi con Cristo e di Cristo con noi (Catechesi 8.11.06)
La sua fede è l'esperienza di essere amato da Gesù Cristo in modo tutto personale; è la coscienza del fatto che Cristo ha affrontato la morte non per un qualcosa di anonimo, ma per amore di lui- di Paolo- e che come risorto lo ama tuttora, che cioè Cristo si è donato per lui. La sua fede è l'essere colpito dall'amore di Gesù Cristo, un amore che lo sconvolge fin nell'intimo e lo trasforma. La sua fede non è una teoria, un'opinione su Dio e sul mondo. La sua fede è l'impatto dell'amore di Dio sul suo cuore...tutto il suo operare e soffrire si spiega solo a partire da questo centro. I concetti fondanti del suo annuncio si comprendono unicamente in base ad esso. Prendiamo soltanto una delle sue parole chiave:la libertà...Paolo era libero come uomo amato da Dio che, in virtù di Dio, era in grado di amare insieme a Lui. Questo amore è ora la legge della sua vita e proprio così è la libertà della sua vita..Chi ama Cristo come lo ha amato Paolo, può veramente fare quello che vuole, perché il suo amore è unito alla volontà di Cristo e così alla volontà di Dio; perché la sua volontà è ancorata alla verità e perché la sua volontà non è più semplicemente volontà sua , arbitrio dell'io autonomo, ma è integrata nella libertà di Dio e da essa riceve la strada da percorrere.
( Dall' omelia di Benedetto XV per l'inaugurazione dell'anno Paolino- 29 Giugno 2008).
Confrontiamoci
Quali espressioni usate da Paolo ci hanno colpito? Quali esprimono meglio il nostro rapporto con Gesù Cristo? Quali ci restano più "estranee"?.
Scegliamo un impegno
Rileggiamo i passi delle Lettere di Paolo citati nelle righe precedenti e riflettiamo su quello che significa per noi "essere in Cristo o con il Cristo", "morire e vivere con Lui". Cerchiamo di liberarci dal nostro io e dal nostro isolamento, impegnandoci soprattutto ad ascoltare e a condividere con gli altri la nostra identità cristiana più profonda. Non chiudiamoci in noi stessi, in un misticismo sterile, apriamoci all'incontro con gli altri e cerchiamo i modi per offrire (ai figli, agli amici, ai parenti..) la nostra esperienza di incontro con Gesù
Preghiera conclusiva
Signore Gesù, che ci hai chiamato ad essere "in Te " e "con Te"
riversando in noi il tuo Santo Spirito e l'abbondanza della tua grazia,
fa' che custodiamo i tuoi doni con umiltà e purezza di cuore,
perché risplenda nella nostra vita la gratuità, la bellezza e la forza del tuo Amore.
Tu che sei Dio e vivi e regni nei secoli dei secoli.
Amen.
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