Benvenuta, Carla (e buon cammino a tutti!)

Foto Presidente CarlaL’Azione Cattolica della diocesi di Viterbo ha una nuova Presidente. Per l’incarico di guida della più antica aggregazione laicale (nata proprio nella nostra diocesi) il vescovo mons. Lino Fumagalli, su indicazione del Consiglio diocesano dell’Associazione, ha designato la professoressa Carla Maria Rosa Lamanna, 39 anni, della parrocchia di Santa Maria della Verità di Viterbo.

Nata a Catanzaro ma trapiantata a Viterbo da oltre un decennio, Carla è già stata Vicepresidente diocesano per il Settore Giovani negli anni 1998-2002 nella diocesi di origine e membro della Presidenza diocesana viterbese nei trienni passati. Con queste parole ha accolto l’incarico affidatole:

“È inutile dire che si affastellano una moltitudine di sentimenti dentro di me e non nego un velo di preoccupazione per una responsabilità che deve convivere con diverse fragilità e precarietà della mia esistenza. Tuttavia il Salmo 52 ci dice che “Dio si china sui figli dell’uomo”, dona ad essi la pace del cuore e la speranza; e tutto ciò mi sembra già un’ottima premessa per iniziare!”.

Il cammino che attende l’Associazione sarà certo di grande impegno e avrà per punto di riferimento il 150° anniversario della fondazione dell’Azione Cattolica Italiana, nata grazie all’impulso di un viterbese, Mario Fani, tra il 1867 e il 1868. Sarà quindi un periodo in cui la vita ordinaria dell’AC diocesana si mescolerà allo straordinario dei pellegrinaggi che vedranno convergere al Santuario di Santa Rosa (patrona dell’Azione Cattolica) gruppi provenienti da tutta Italia. Occasione, questa, per riscoprire la novità insita nelle radici di una esperienza laicale che resta la più longeva e articolata nella vita della Chiesa; e che vuole mettersi sempre più al servizio di uomini, donne e bambini del nostro tempo, con lo stile gioioso, missionario e misericordioso delineato dal pontificato di Francesco.

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Con la tenacia della speranza e l’audacia dell’improbabile

DSC_1574Sono state giornate dense di emozioni e di contenuti, quelle che hanno segnato la XIII Assemblea diocesana elettiva dell’Azione Cattolica diocesana, occasione per riscoprire radici profetiche e preziosi della più antica associazione ecclesiale. Nata proprio qui, a Viterbo, per opera del giovane Mario Fani 150 anni fa. Le prime riunioni del circolo intitolato a Santa Rosa, infatti, sono datate 1867, mentre il primo statuto è del 1868. Il tempo che arriva sarà quindi segnato da uno straordinario “Giubileo associativo”, che avrà il suo inizio il 29 aprile del prossimo anno in piazza San Pietro con l’incontro nazionale di tutti i soci di AC con Papa Francesco. E quindi un percorso che vedrà Viterbo al cuore di numerosi eventi. Continua la lettura di Con la tenacia della speranza e l’audacia dell’improbabile

IN CAMMINO PER… FARE NUOVE TUTTE LE COSE / 4

Fare nuove tutte le coseFare nuove tutte le cose: un impegno per ogni cristiano e che, come Azione Cattolica diocesana, inizieremo a declinare con il pomeriggio di riflessione animato dagli interventi del direttore del quotidiano Avvenire Marco Tarquinio e dell’Assessore ai Servizi Sociali del Lazio Rita Visini, senza dimenticare il contributo che ci fornirà la Caritas diocesana. Tutti insieme ci aiuteranno a declinare le sfide di questi tempi per capire in cosa consista e come spendere (per la Chiesa e il mondo) la novità cristiana.

Tra le tante, abbiamo individuato come sfide il rapporto tra misericordia e giustizia, le problematiche legate a lavoro e povertà, l’ambito della famiglia connesso all’emergenza educativa. Ma come cristiani non possiamo non porci la questione della spiritualità laicale, ovvero quale apertura al mistero vibra nella nostra quotidianità. Ci aiuta a riflettere su questo aspetto una cara amica dell’Ac, la dottoressa Roberta Preziosi.

Di stupore e mistero

esercizi_spirituali_Dell’uomo, cioè di noi stessi, conosciamo i bisogni e i desideri, i successi e le sconfitte, la fisiologia e la patologia,  quello che facciamo e quello che sentiamo e altro ancora. Ma è difficile comprendere se ha un senso il nostro esserci, la nostra stessa vita.  Così difficile  da negare o nascondere questa domanda di senso, perché ci spoglia di qualsiasi identità e illusione di possesso.  Chi io sia realmente non lo so ancora... scriveva R. Guardini.

Penso che la spiritualità sia quello spazio in cui la persona accetta questa sfida . Da credente e non. Non si crede  per convenienza: non è “conveniente” e neppure “utile” porsi domande sul senso delle cose. In più, il credente vede che Dio è diventato privo di importanza per l’individuo, ma allo stesso tempo sa che ognuno è estremamente importante agli occhi di Dio. E di questo sente la responsabilità.

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Rimanere con Gesù, andare ad annunciarlo, gioire nel Signore (Papa Francesco all'Azione Cattolica Italiana, 3 maggio 2014)