ḥesed e tôb

PSALM-23Lo scorso 6 luglio si è svolta l’ultima riunione della Presidenza diocesana per l’anno associativo 2014-15. Condividiamo sul sito il testo della meditazione sul Salmo 23 che ha introdotto l’incontro.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.

Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.

Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.

Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

 

Questo, come diversi salmi, cerca di rispondere alla domanda: chi è Jahweh? Il Dio dei padri, il Dio della promessa. Con questo salmo possiamo in particolare dire che è presenza provvidente.
Già dal primo versetto capiamo che chi si affida a lui non mancherà di nulla. Attenzione, non dice non capiterà nulla! E lo vedremo più sotto. Ma intanto cosa procura l’affidarsi al pastore?
Pascoli rigogliosi e acque tranquille, ovvero l’essenziale, ciò che è indispensabile, ciò senza di cui non si può vivere; al limite sopravvivere per qualche tempo.
Ma la preoccupazione non è solo o non tanto per il corpo, è per l’anima del gregge. Il Signore agisce per ristorare l’anima; anzi Egli stesso è il ristoro dell’anima mia, traduce David Maria Turoldo; è più di un ente esterno che agisce, è il Signore stesso che è il ristoro; più ancora che dare forza è lui la forza.
Questo ci permette di percorrere il giusto cammino o anche “sentieri di giustizia”. Dio con la sua presenza permette di fare della nostra vita un cammino di giustizia. E che cos’è la giustizia nell’Antico testamento? È onorare il Signore della Vita, indubbiamente. Ma anche molto più praticamente è avere cura dell’orfano, della vedova e dello straniero. Ovvero colui che è senza padre, marito o patria. Privo di affetti e di luoghi familiari.
Come non pensare allora ai viaggi della disperazione di uomini e donne come noi, fratelli nostri che cercano una vita migliore, affamati, perseguitati, feriti, sfruttati, vittime di guerre che cercano la felicità? Di fronte a queste attese, quali sono le nostre risposte? Quali i sentieri che percorriamo? Sono quelli segnati dalla giustizia e dall’amore di Dio?

Ma il sentiero della vita è tutt’altro che facile da percorre e ci può portare ad attraversare valli oscure, la valle dell’ombra della morte, letteralmente. Che non è solo la nostra fine fisica, ma ogni occasione che ci pone di fronte alle fragilità, delusioni, mancanze, stanchezze, dolori, errori, ingiustizie quotidiane. E cosa succede nel momento della prova? Il salmista pensando al Signore passa dalla terza persona (è il mio pastore… mi ristora… mi conduce…) alla seconda: Tu sei con me. È l’intimità con Dio, con il pastore che ama e conosce ciascuna delle sue pecore, i loro bisogni e le loro necessità, a sostenerci nell’affrontare e nel dissipare l’oscurità, l’ombra della morte. Che dona luce ad ogni passo del cammino. Che trasmette sicurezza. E come? Con bastone e vincastro, la stessa cosa in fondo, ma con diversa funzione. C’è il bastone che serve al pastore per guidare le pecore, non certo per picchiarle, o per ferirle (sarebbe un assurdo: esse sono la sua ricchezza! E anche in un certo senso lo identificano: senza pecore egli non sarebbe nemmeno un pastore! E sono pure la sua compagnia, il suo stesso conforto: condividono le stesse ore, gli stessi rischi, la stessa sete e la stessa fame). E poi il vincastro, che è sempre un bastone, ma ha il ruolo specifico di appoggio, di sostegno. “Mi sostieni col tuo vincastro”, traduce infatti Turoldo.

All’improvviso, la scena cambia.
Via l’immagine del pastore e sorge quella del banchetto! Si dà ancora più sostanza a quella intimità che si diceva. La mensa è il luogo della cordialità, della festa, della gioia, della condivisione più franca. Una mensa oltremodo abbondante, con il calice che trabocca. E tutto questo viene realizzato “sotto gli occhi dei miei nemici”.
Quindi prima i pascoli dalle acque calme (la pace), ora la mensa e la coppa che trabocca (l’abbondanza). Ovvero c’è un nutrimento che supera i bisogni di un singolo. C’è molto di più di quanto basti solo a me. E questo viene mostrato agli altri, al gregge che condivide la mia strada, la mia appartenenza, la mia fedeltà; ma pure ai nemici. Come a dire: non solo non potete privarmi del necessario, ma se guardate bene ce n’è anche per voi! Se riconoscete il primato del Signore, se vi fate coinvolgere dal suo amore non mancherà spazio nei suoi pascoli né cibo alla sua mensa.
E ciò viene testimoniato dal perpetuarsi dei doni e dalla letizia che ne consegue. Per tutti i giorni della vita, allora, cosa troverò nella casa del Signore?
Qui ci sono state diverse traduzioni sulle parole ebraiche ḥesed e tôb.
Bontà e grazia; felicità e grazia; beni e bontà; bontà e misericordia.
Al di là della maggiore o minore precisione letterale, quello che conta è l’esperienza dell’infinita gratuità dell’amore di Dio che procura a chi ne viene beneficiato una riserva costante di sostegno e dedizione. Una profonda gioia e una serena fiducia, che durerà, per dirlo con le parole di Turoldo, “lungo tutto il migrare dei giorni”.

Blera: un ritiro spirituale e tanta amicizia

Blera 1L’Azione Cattolica di Blera ha chiuso l’anno associativo con una giornata di ritiro spirituale presso il Carmelo di Vetralla, luogo molto raccolto e suggestivo.

Il parroco biedano, don Santino, ha guidato una riflessione su Lc 7, 36-50: “Uno dei farisei lo invitò a mangiare da Lui… una donna, stando dietro, presso i piedi di Lui, piangendo cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo… sono perdonati i suoi molti peccati perché ha molto amato”.

Blera 2Don Santino, tra l’altro, ha ricordato una riflessione di S. Teresa rivolta a quanti si sentono poco peccatori e quindi poco grati verso il Signore: non dobbiamo solo pensare ai peccati perdonati ma anche a quelli da cui il Signore ci preserva. Il sacramento della riconciliazione riannoda i fili del nostro legame con il Signore, recupera il male fatto con una grazia sovrabbondante per cui S. Agostino può dire “Felice colpa!”.

Blera 3Dagli errori si può anche imparare ma bisogna rialzarsi subito dalla caduta, come un giocatore durante una partita. Perché siamo tutti impegnati nella partita di migliorare il mondo, costruire ponti tra le persone, far crescere la pace.

Dopo la celebrazione Eucaristica il pranzo di condivisione; poi il rosario e la corona della Misericordia. Insieme a tanta amicizia ed a momenti belli di incontro e dialogo.

Latera rinnova la devozione alla Madonna della Cava

Latera 1Da diversi secoli la gente di Latera venera come sua protettrice la Madonna della Cava dipinta in una piccola chiesa situata in una zona di cave tufacee lungo la strada che porta da Latera al lago di Mezzano.

Secondo una consolidata tradizione, il 13 Giugno 1944, al passaggio del fronte, la Madonna preservò il popolo di Latera prendendo sopra il suo santuario le bombe che invece avrebbero dovuto colpire e distruggere il paese.

Latera 2La chiesa, oggi ricostruita, fu ridotta ad un rudere, e si salvò dalle schegge e dalle esplosioni soltanto il quadro appeso dietro all’altare. Il 13 Giugno 2014 è stato inaugurato un monumento a memoria dell’evento che ogni anno è celebrato con S. Messe e pellegrinaggi notturni verso il santuario con canti e laude antichissime.

Latera 3Quest’anno hanno concelebrato insieme al parroco Padre Terence, don Emanuele Germani e don Paolo Chico, nati a Latera ed ordinati sacerdoti della nostra diocesi 10 anni fa.

Le amiche dell’Azione Cattolica hanno animato la celebrazione con canti e letture e poi hanno offerto un ricco “rinfresco” a tutti.

 

Estate da Adulti – A Spello, oltre l’EXPO

SpelloUna proposta estiva curata dall’Azione Cattolica sui temi dell’EXPO

“Non di solo pane vive l’uomo…”. È ispirato a questo famoso versetto evangelico il padiglione della Santa Sede all’EXPO di Milano. Una manifestazione che deve essere l’occasione anche per riflettere sul tema di ciò che davvero nutre l’uomo in tutte le sue dimensioni. A partire da questo spunto l’Azione Cattolica di Viterbo promuove la partecipazione da giovedì 23 a domenica 26 luglio all’iniziativa organizzata a Spello (splendido paese vicino Assisi) presso Casa San Girolamo, un’oasi di spiritualità nel luogo dove aveva sede la fraternità di Carlo Carretto.

Quattro giorni per meditare – guidati da padre Michele Pischedda, assistente nazionale della FUCI – quale fame sperimentino gli uomini e le donne dei nostri giorni e dove trovare sazietà.

Essendo i posti limitati occorre prenotarsi entro il 7 giugno. Per ogni informazione è possibile rivolgersi a Isabella (tel. 328 5789048; e-mail ze*******@gm***.com)

Fidarsi, con Maria

2015-05-24 10.12.11Dio ci sorprende con il suo amore, ma chiede fedeltà nel seguirlo.

Le parole di Francesco sono una bella sintesi dello spirito che ha animato “Mi fido di te”, la giornata unitaria che ha chiuso l’anno formativo dell’Azione Cattolica diocesana. In una quarantina, dai bambini agli adulti, siamo stati accolti al Santuario della Madonna del Monte di Marta da don Roberto Fabiani, che da eccellente padrone di casa si è messo a servizio di tutti, illustrando quanto significativo sia questo luogo di grande devozione per i martani, ma non solo.

E proprio alla madre di Gesù è stata consacrata questa giornata, con una “Via Mariae” che ripercorrendo tappe della Sua vita ci hanno portato a ripercorrere il senso del suo affidarsi al piano del Signore (in particolare attraverso le riflessioni di don Tonino Bello).

Maria donna della fiducia, i cui tanti sì al piano di Dio ci interpellano sulla nostra capacità di non essere “cristiani a singhiozzo” (per usare un’immagine di papa Bergoglio).

Maria donna in cammino, dalla visita a Elisabetta al Golgota sempre simbolo di un esigente itinerario spirituale, spesso in salita e faticoso, ma sempre generoso e misericordioso.

Maria donna feriale, presente nel suo mondo di Nazaret con lo stile del discepolo, preoccupata che nella sua casa e nella sua quotidianità regni la comunione.

Maria donna del piano superiore, non un piedistallo su cui ergersi, ma il luogo fisico e dell’anima in cui si riunirono lei e gli Apostoli per ricevere il dono dello Spirito Santo.

E la celebrazione della Eucarestia di Pentecoste con la comunità parrocchiale di Marta è stato certo il momento più intenso della giornata, in cui abbiamo potuto sperimentare la bellezza dell’accoglienza, la gioia per il battesimo di una nuova piccola cristiana (auguri a Rebecca e alla sua famiglia!), la condivisione della preghiera, in cui non è mancato un ricordo per le vittime della Prima Guerra Mondiale, in occasione del centenario dell’inizio di quella che papa Benedetto XV definì a suo tempo un’inutile strage.

Non sono mancati poi momenti di riflessione e di gioco sempre sul tema del fidarsi e dell’affidarsi, cercando di capire – nelle relazioni che intrecciano le nostre vite – cosa ci frena e cosa ci consente di aprirci agli altri e alla chiamata di Dio. Una dinamica in cui incomprensioni e timidezza non devono frenarci, lì dove la presenza dello Spirito può superare la nostra piccolezza per farci compiere cose grandi.

Rimanere con Gesù, andare ad annunciarlo, gioire nel Signore (Papa Francesco all'Azione Cattolica Italiana, 3 maggio 2014)