di CARLA LAMANNA – Come Azione Cattolica di Viterbo abbiamo avuto la gioia di accogliere e salutare da venerdì 8 a domenica 10 luglio il campo mobile del settore adulti della Diocesi di Vicenza, che si è svolto nel Viterbese.
Il campo, uno dei quattro organizzati per gli adulti dell’AC vicentina, ha proposto un’esperienza conviviale e formativa nel territorio di Viterbo, per meditare – partendo dalle radici dell’associazione (Mario Fani, il santuario di Santa Rosa) – sul valore del vivere e crescere insieme. Un percorso culminato nell’incontro con la famiglia Giuntella, accompagnata da Giovanni Bachelet e Pio Cerocchi, che ci ha fatto incontrare nel profondo le figure di David Sassoli e Paolo Giuntella.
Il campo si è concluso domenica a Bolsena, con la celebrazione eucaristica celebrata da S.E. Gualtiero Sigismondi, vescovo di Orvieto e assistente nazionale di AC.
La parabola del buon Samaritano del vangelo della domenica ha fatto sintesi del percorso formativo della tre giorni, mettendo al centro la carità.
Monsignor Sigismondi ha definito la parabola del Buon Samaritano come un decalogo della carità: il Buon Samaritano ci insegna a saper guardare, a riuscire a decifrare bisogni e silenzi per poi in secondo luogo agire in modo concreto, generoso e senza limiti di tempo.
Così come i testimoni conosciuti nella tre giorni – da Santa Rosa a Mario Fani, da Giuseppe Taliercio (raccontato nel romanzo di Pierluigi Vito “I prigionieri”, che ha animato una delle serate del campo) a Paolo Giuntella e David Sassoli – hanno tracciato un solco profondo nelle nostre coscienze, mostrando come la vita spirituale e la fede segnino concretamente l’agire quotidiano ed educhino ad uno sguardo di speranza per il futuro.
L’AC di Vicenza (grata per l’accoglienza ricevuta) ci ha insegnato come la fraternità e la condivisione siano lo stile per tessere relazioni significative, come vuole la nostra appartenenza associativa.