Fare nuove tutte le cose: un impegno per ogni cristiano e che, come Azione Cattolica diocesana, inizieremo a declinare con il pomeriggio di riflessione animato dagli interventi del direttore del quotidiano Avvenire Marco Tarquinio e dell’Assessore ai Servizi Sociali del Lazio Rita Visini, senza dimenticare il contributo che ci fornirà la Caritas diocesana. Tutti insieme ci aiuteranno a declinare le sfide di questi tempi per capire in cosa consista e come spendere (per la Chiesa e il mondo) la novità cristiana.
Tra le tante, abbiamo individuato come sfide il rapporto tra misericordia e giustizia, le problematiche legate a lavoro e povertà, l’ambito della famiglia connesso all’emergenza educativa. Ma come cristiani non possiamo non porci la questione della spiritualità laicale, ovvero quale apertura al mistero vibra nella nostra quotidianità. Ci aiuta a riflettere su questo aspetto una cara amica dell’Ac, la dottoressa Roberta Preziosi.
Di stupore e mistero
Dell’uomo, cioè di noi stessi, conosciamo i bisogni e i desideri, i successi e le sconfitte, la fisiologia e la patologia, quello che facciamo e quello che sentiamo e altro ancora. Ma è difficile comprendere se ha un senso il nostro esserci, la nostra stessa vita. Così difficile da negare o nascondere questa domanda di senso, perché ci spoglia di qualsiasi identità e illusione di possesso. Chi io sia realmente non lo so ancora... scriveva R. Guardini.
Penso che la spiritualità sia quello spazio in cui la persona accetta questa sfida . Da credente e non. Non si crede per convenienza: non è “conveniente” e neppure “utile” porsi domande sul senso delle cose. In più, il credente vede che Dio è diventato privo di importanza per l’individuo, ma allo stesso tempo sa che ognuno è estremamente importante agli occhi di Dio. E di questo sente la responsabilità.
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