L’armonia dell’AC

172c1f9a-f2bd-4e9a-927d-683213bf6974Giovedì 2 giugno ore 9.30. L’Oratorio di Capodimonte si anima per la presenza di più di quaranta soci di Ac di tredici parrocchie della nostra Diocesi convenuti per l’incontro conclusivo dell’anno sul tema “È più bello insieme!”

Dolci e bibite sono sul tavolo centrale per offrire un po’ di calore e riscaldare la giornata piovosa e fredda.

La preghiera iniziale è un’invocazione allo Spirito perché ci riveli ciò che è effimero e ciò che è eterno e ci trasformi in realtà di comunione. Il Vangelo non cessa di essere buona notizia finché non è annunciato a tutti e finché non unisce tutti gli uomini alla mensa del Regno. Il tutto è superiore alla parte! Insieme è più bello!

Il presidente Pierluigi ci guida  poi a declinare questo tema attraverso sei tappe ispirate ai documenti di papa Francesco, Evangelii Gaudium e Laudato si’.

  • Tutti siamo Discepoli missionari (Evangelii Gaudium 119-120)

In tutti i battezzati, dal primo all’ultimo, opera la forza santificatrice dello Spirito che spinge ad evangelizzare…In virtù del Battesimo ricevuto ogni membro del popolo di Dio è diventato discepolo missionario…La nuova evangelizzazione deve implicare un nuovo protagonismo di ciascuno dei battezzati.. dal momento che se uno ha realmente fatto esperienza dell’amore di Dio che lo salva, non ha bisogno di molto tempo di preparazione per andare ad annunciarlo.

IMG_20160602_110435Come vivere queste parole del Papa? Isabella della parrocchia del Sacro Cuore di Viterbo racconta come la sua parrocchia ha vissuto la missione cittadina svoltasi nell’ottobre scorso. Dopo la preparazione dei “missionari” durata quasi un anno c’è stato un lavoro intenso di annuncio nei palazzi per i due gruppi di ascolto. Uno solo è continuato tutto l’anno coinvolgendo persone che si erano allontanate dalla parrocchia e che manifestano il desiderio di continuare. La carta vincente è stata la famiglia che ospita in casa propria il centro di ascolto che ha coinvolto amici e conoscenti ed ha creato un clima molto accogliente. Importante anche la proposta centrata sulla lettura popolare del Vangelo: ogni volta si rifletteva e pregava su uno degli  incontri di Gesù.

  • La forza evangelizzatrice della pietà popolare (Evangelii Gaudium 122-126)

Ciascuna porzione del popolo di Dio, traducendo nella propria vita il dono di Dio secondo il proprio genio, offre testimonianza alla fede ricevuta e la arricchisce con nuove espressioni che sono eloquenti. Si può dire che il popolo evangelizza continuamente se stesso. Qui riveste importanza la pietà popolare, autentica espressione dell’azione missionaria spontanea del Popolo di Dio.  Si tratta di una realtà in permanente sviluppo, dove lo Spirito Santo è il protagonista… siamo chiamati ad incoraggiarla e rafforzarla per approfondire il processo di inculturazione che è una realtà mai terminata.

Le parrocchie di Montefiascone illustrano il loro impegno nelle manifestazioni delle loro parrocchie che vengono spesso da antiche tradizioni: la festa della Madonna delle Grazie di San Flaviano vede tutti i rioni organizzarsi per addobbare con fiori di carta tutte le strade della parrocchia; un lavoro che impegna per mesi e che coinvolge molte persone che spesso non frequentano le altre attività. Come il presepe vivente, la  Festa di San Pancrazio (con la fiaccolata notturna dei giovani) e quella del Corpus Domini nell’omonima parrocchia, che sono l’occasione di incontro e collaborazione tra tutte le realtà presenti nella comunità.

  • Il posto privilegiato dei poveri (Evangelii Gaudium 197-201)

Nel cuore di Dio c’è un posto preferenziale per i poveri, tanto che Egli stesso si fece povero. Per questo desidero una Chiesa povera per i poveri… La nuova evangelizzazione è un invito a riconoscere la forza salvifica delle loro esistenze e a porle al centro del cammino della Chiesa. Siamo chiamati a scoprire Cristo in loro, a prestare ad essi la nostra voce nelle loro cause, ma anche ad essere loro amici, ad ascoltarli, a comprenderli e ad accogliere la misteriosa sapienza che Dio vuole comunicarci attraverso di loro.

Natina, presidente di Blera, racconta che le socie di Ac raccolgono offerte ad ogni incontro. Sono in contatto con gli assistenti sociali del Comune per sostenere le famiglie in difficoltà con il pagamento di affitti e bollette; talora hanno pagato l’importo per la gita scolastica di ragazzi che altrimenti  non avrebbero potuto partecipare. Una volta al mese vengono a fare le pulizie della Tenda, la struttura di ospitalità della Caritas di Viterbo. Ora collaborano anche con la Caritas parrocchiale che si è formata di recente. Ma non c’è solo l’aiuto economico: ciò che più conta è la vicinanza e la conoscenza tra le persone, per affrontare insieme le difficoltà.

  • Diventare un popolo (Evangelii Gaudium 217-237)

Diventare un popolo richiede un costante processo nel quale ogni generazione si vede coinvolta. È un lavoro lento ed arduo che esige di volersi integrare e di imparare a farlo fino a sviluppare una cultura dell’incontro in una pluriforme armonia. Per avanzare in questa costruzione di un popolo in pace, giustizia  e fraternità… privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società e coinvolgono altre persone e gruppi , sviluppare una comunione nelle differenze,  accogliere la tradizione e mettere in pratica la Parola, lavorare nel piccolo, che ci è vicino, però con una prospettiva più ampia.  

 

IMG_20160602_114809Cristina, della Parrocchia di Santa Maria della Verità di Viterbo, descrive l’esperienza di due musical, “Il sogno di Giuseppe” e “L’amore quello vero”, realizzati negli ultimi anni. Un’esperienza preziosa per riunire le energie di giovani e adulti, fratelli e sorelle, uomini e donne, laici e sacerdoti. Senza l’apporto di tante persone non si sarebbe potuto ricoprire tutti i ruoli, preparare i costumi e le scenografie, curare le musiche, trasportare il materiale, dare rilievo ai significati delle rappresentazioni e trasformare il tutto in crescita delle persone coinvolte e messaggio per gli “spettatori”.

  • Coltivare e custodire il Creato (Laudato si’ 197-201)

Noi non siamo Dio. La terra ci precede e ci è stata data… È importante leggere i testi biblici nel loro contesto, con una giusta ermeneutica e ricordare che essi ci invitano a “coltivare e custodire” il giardino del mondo. Mentre coltivare significa arare o lavorare un terreno, custodire vuol dire proteggere, curare, preservare, conservare, vigilare. In definitiva del Signore è la terra, a Lui appartiene… Dire “ creazione” è più che dire natura perché ha a che fare con un progetto dell’amore di Dio dove ogni creatura ha un valore ed un significato… un mondo fragile, con un essere umano al quale Dio ne affida la cura, interpella la nostra intelligenza per riconoscere come dovremmo orientare, coltivare e limitare il nostro potere.

Maria Cristina della Parrocchia della Grotticella di Viterbo racconta come – grazie all’abilità di Anna Antognini – sia stato possibile presentare in Power Point la Laudato si’ e si sofferma sull’importanza del messaggio che chiede a tutti di modificare lo stile di vita per diventare custodi del creato e dei fratelli. La riflessione, che è stata proposta a tutte le parrocchie,  ha   coinvolto  anche Canepina, Latera, Blera, San Flaviano e Corpus Domini: ovunque si è cercato di mettere a fuoco le buone pratiche che dovremmo tutti avere per  avviare processi che facciano entrare il Vangelo nella vita quotidiana. Su ciascuno dei tre documenti di Papa Francesco si potrebbe fare un progetto che metta insieme preghiera, azione e sacrificio.

 

  • L’incontro personale con l’amore di Gesù che ci salva (Evangelii Gaudium 264-267)

Non è la stessa cosa  aver conosciuto Gesù o non conoscerlo, non è la stessa cosa camminare con Lui o camminare a tentoni, non è la stessa cosa poterlo ascoltare o ignorare la Sua Parola, non è la stessa cosa poterlo contemplare, adorare, riposare in Lui o non poterlo fare. Non è la stessa cosa cercare di costruire il mondo con il suo Vangelo piuttosto che farlo unicamente con la propria ragione… Se siamo missionari è anzitutto perché Gesù ci ha detto: “In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto”.

Graziella della Parrocchia di Capodimonte illustra i vari appuntamenti con cui l’Associazione cura la vita spirituale attraverso: esercizi spirituali nel quotidiano, quest’anno con le meditazioni di don Giuseppe Mugnaini sul tema della Misericordia, dall’AT a papa Francesco; la preghiera delle “Quaranta ore”; la  settimana della Festa della Madonna delle Grazie conclusa con la processione per  le strade addobbate dalle infiorate (l’ultimo tratto è curato dall’Ac che ha riprodotto il logo del Giubileo  e le opere di misericordia). Anche l’ACR ha lavorato sul tema con vari incontri e con uno spettacolo finale. Ma la misericordia deve essere soprattutto vissuta e quindi ecco le tradizionali attività di vicinanza ai malati, ai ragazzi diversamente abili ed alle famiglie che hanno avuto un lutto durante l’anno.

 

IMG_20160602_105508Si potrebbe dire: Paese che vai Ac che trovi. Anche le altre associazioni presenti – ed anche le assenti – avrebbero cose preziose da raccontare e sarebbe bello che lo facessero. Ma l’importante è la sinfonia che nasce e si arricchisce del contributo di tutti.
Come dice il filmato conclusivo tratto dal Convegno Nazionale delle Presidenze Diocesane del mese scorso in cui il maestro Scipione illustra come è nata la colonna sonora di “Benvenuti al Sud”: dal motivo iniziale simpatico ma monotono si arriva con il contributo delle varie famiglie di strumenti ad una melodia armoniosa e varia.

Così vuole essere l’esperienza dell’AC che coglie le esigenze di un particolare luogo ma riesce a sintonizzarle con quelle di altri luoghi e così si arricchisce. Che senso avrebbe altrimenti essere Associazione?

L’incontro finisce qui; ma circa metà delle persone ha il pranzo al sacco e si ferma per condividerlo in un clima di gioiosa amicizia in cui quello che si è ascoltato diventa vita vissuta.