Coraggio, creatività, speranza. Questo deve avere di buono l’Azione Cattolica, anche nel nostro territorio. Si potrebbe sintetizzare così il succo dei lavori della XIV Assemblea diocesana elettiva dell’AC viterbese svoltasi domenica 16 febbraio presso il teatro della parrocchia del Murialdo. Già il titolo dato all’assise, “Hai questo di buono” (Ap 2,6) indicava la voglia di guardare oltre le povertà del tessuto associativo, per individuare i talenti da investire nel futuro.
Nella preghiera introduttiva il vescovo Lino ha incoraggiato a custodire l’anima dell’appartenenza all’AC: profondo senso ecclesiale e forte capacità missionaria, da spendere nell’impegno a essere costruttori di una Chiesa migliore con un laicato protagonista attivo.
Essere “insieme in uscita” è stato il concetto cardine dell’intervento di Giuseppe Notarstefano, Vicepresidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana. Avere cura della comunione, della gioia inesorabile che trasmette l’incontro con il Vangelo; dare centralità alla dimensione spirituale e alla bellezza della fraternità; coltivare quell’amicizia nella fede che mosse il viterbese Mario Fani e i suoi compagni a dare vita al germoglio di Azione Cattolica nel 1868 proprio nel nostro territorio: queste le ragioni dell’appartenenza associativa, che implica un mandato a costruire alleanze all’interno della Chiesa e fuori, senza timore, con quanti vogliono affrontare le sfide del presente e costruire l’avvenire in senso generativo. “Il cambiamento non ci spaventa – ha detto Notarstefano – i cristiani sono quelli che pensano che il meglio deve ancora venire”.
Ha provato a fare un bilancio del tempo trascorso la Presidente diocesana uscente, Carla Maria Rosa Lamanna, tenendo insieme nella sua relazione vissuto personale ed ecclesiale: lo stile del confronto schietto e fraterno, il valore del dialogo tra le generazioni, la cura della memoria, particolarmente intensa nel nostro territorio, illuminata negli ultimi due anni dalle visite di tanti pellegrini da tutta Italia venuti a ripercorrere le tracce di Mario Fani e Santa Rosa. Al di là delle tante iniziative proposte ad adulti, giovani e ragazzi; dei bei legami stretti con le comunità di religiose nella diocesi; delle collaborazioni intraprese con uffici pastorali e altre aggregazioni laicali (come ricordano i saluti di indirizzo del monastero delle Trappiste, del Movimento dei Focolari e delle Acli letti all’inizio dei lavori), ciò che più conta è rinforzare “l’identità associativa come dono ai singoli, alle parrocchie e perché no alla Chiesa locale diocesana e al territorio”, ha detto nella sua relazione la Presidente. “Impariamo a pronunciare il bene nella testa prima ancora di operarlo, a fare pensieri buoni, a vedere per prima cosa il buono negli altri e in noi, a vivere ogni tempo come tempo di grazia, come kairòs irripetibile e irrinunciabile per la nostra salvezza”.
L’Assemblea è stata anche – come da Statuto – l’occasione per il rinnovo degli incarichi direttivi per il triennio a venire. Innanzitutto con l’elezione del nuovo Consiglio diocesano, che sarà formato da Anna Antognini, Francesca Bruti, Erica Crescentini, Cristina Durastanti, Ernestina Ferri, Renzo Pagnottelli, Natina Palombi, Chiara Pasquini, Rita Tarantello, Nazareno Zampilli e Isabella Zeloni. A loro il compito di votare una terna di nomi da cui il Vescovo sceglierà il Presidente diocesano. A tutti loro l’augurio di buon cammino con le parole di uno storico presidente dell’Azione Cattolica Italiana, Vittorio Bachelet, di cui abbiamo in questi giorni ricordato i 40 anni dalla morte per mano delle Brigate Rosse: “Noi dobbiamo essere, in questa società inquieta e incerta, una forza di speranza e perciò una forza positiva capace di costruire nel presente per l’avvenire”.