Sono state giornate dense di emozioni e di contenuti, quelle che hanno segnato la XIII Assemblea diocesana elettiva dell’Azione Cattolica diocesana, occasione per riscoprire radici profetiche e preziosi della più antica associazione ecclesiale. Nata proprio qui, a Viterbo, per opera del giovane Mario Fani 150 anni fa. Le prime riunioni del circolo intitolato a Santa Rosa, infatti, sono datate 1867, mentre il primo statuto è del 1868. Il tempo che arriva sarà quindi segnato da uno straordinario “Giubileo associativo”, che avrà il suo inizio il 29 aprile del prossimo anno in piazza San Pietro con l’incontro nazionale di tutti i soci di AC con Papa Francesco. E quindi un percorso che vedrà Viterbo al cuore di numerosi eventi.
A partire dal titolo dell’Assemblea, “Fare nuove tutte le cose. Radicati nel futuro, custodi dell’essenziale”, si sono succeduti stimoli e riflessioni.
Una spinta importante è arrivata dalle parole del vescovo Lino che, nella messa di domenica 23 ottobre mattina al teatro del Murialdo, ha consegnato all’Azione Cattolica il mandato alla promozione della comunione tra le varie aggregazioni laicali e a un apostolato sempre più segnato dall’audacia dell’improbabile, ovvero dell’andare e operare oltre ogni possibile tentazione di scoraggiamento.
Altro volano cruciale è stato l’intervento della Vicepresidente Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, Maria Grazia Vergari, che ha invitato a riscoprire l’antica novità, l’intuizione bellissima che siamo chiamati a vivere in questo tempo; questo è il compito dell’AC: suscitare domante, intercettare la vita delle persone e accompagnarle nella Chiesa all’incontro con Dio, costruendo alleanze sul bene comune anche con realtà extra ecclesiali. Ciò attraverso – ha sottolineato il Delegato regionale dell’Associazione, Vincenzo Danieli – proposte vere e vitali, che educhino al servizio e alla bellezza dello stare insieme.
Una strada sulla quale non partiamo dal chilometro zero, ha confermato nella sua relazione di fine mandato il Presidente diocesano Pierluigi Vito. Gli incontri di preghiera con i cattolici ucraini per la pace, le giornate di riflessione sul tema della salvaguardia del Creato, il Festival Jubilate, organizzato con la fondazione Caffeina. Tutti momenti forti e belli, cui però occorre dare significato nell’impegno quotidiano, rispondendo alle attese degli uomini e delle donne, dei giovani e dei bambini che incontriamo ogni giorno. E se qualche volta abbiamo la tentazione di tirarci indietro – per la paura dello scandalo di annunciare il Vangelo o il timore di sentirsi inadeguati – papa Francesco ci ricorda come “la nostra imperfezione non dev’essere una scusa; al contrario, la missione è uno stimolo costante per non adagiarsi nella mediocrità e per continuare a crescere” (Evangelii Gaudium 121). Occorre allenarci a essere chiari e tenaci nella nostra fede, ad accettare la fatica di una speranza che non delude, a operare l’inquieta carità di una Chiesa che corre il rischio di essere “incidentata”, ma mai ammuffita.
Temi risuonati anche il giorno prima, sabato 22 ottobre, nel Convegno pubblico organizzato presso la chiesa di Sant’Egidio al Corso, a Viterbo, con il direttore del quotidiano Avvenire, Marco Tarquinio, e l’Assessore alle Politiche Sociali della regione Lazio, Rita Visini. Insieme, ci hanno sollecitato a spezzare le dinamiche delle “quattro i”: isolamento, isterilimento (una società che non fa figli), e incattivimento che generano impoverimento; intorno a loro è stata costruita quella “economia che uccide” (nella definizione di papa Bergoglio) e che può essere vinta solo da atti di giustizia, cioè atti di Vangelo. A partire dalla dimensione familiare, che i cristiani sono schiamati a costruire e mostrare bella e accogliente; e poi la lotta alle discriminazioni, alla ricerca del dialogo tra le fedi per un presente e un futuro di pace, partendo da gesti di buona volontà che partono dal basso; e coltivando quella responsabilità per il prossimo e per il mondo tipica del seguace di Gesù e che si esprime nell’amore per la comunità in cui ci è dato di vivere.
Anche perché – ha ricordato in apertura di lavori Ombretta Bocci, coordinatrice del Centro d’Ascolto della Caritas diocesana – ci sono bisogni ed emergenze sul nostro territorio profondissimi: esigenze materiali (casa e lavoro su tutti), ma anche spirituali (quanta solitudine scontano le persone!), che investono tutti, stranieri e (sempre più) italiani.
Ma tutto questo non deve scoraggiare, ma anzi invitarci ad affrontare la realtà con sguardo positivo, fiducioso e sereno, l’immagine con cui il Vicario episcopale don Luigi Fabbri ha concluso i lavori dell’Assemblea, ribadendo l’importanza della formazione personale (per laici e sacerdoti) e la necessità di condividere percorsi di bellezza.
L’Assemblea è stata come tradizione il passaggio per la scelta dei nuovi responsabili diocesani, in particolare del Consiglio. Ed ecco la lista di quanti saranno chiamati in primis a individuare la proposta di un nuovo Presidente che verrà nominato dal vescovo, ma soprattutto a condividere con lui l’impegno a guidare il cammino dell’AC diocesana per i prossimi tre anni.
SETTORE ADULTI
Anna Antognini
Cristina Durastanti
Francesco Gatti
Donatella Natalini
Renzo Pagnottelli
Nazareno Zampilli
SETTORE GIOVANI
Giuseppe Boldrini
Eleonora Moretti
ACR
Cristina Bernabei
Erica Crescentini
Fiammetta Ortolani
Chiara Pasquini
Maria Letizia Renzi
Eleonora Sassara